Un Anno Dopo

E’ passato esattamente un anno dall’ultimo aggiornamento. Ho pensato che era il caso di un posto commemorativo e aggiornamenti veloci.

Prima di tutto, apro con una frase che ho appena letto e mi è piaciuta, così non la dimentico o perdo:

“Strange, that when we feel we understand all things, we understand nothing. Strange, that when we feel we
understand nothing, we have begun, at last, to understand.”

Detto questo, in un anno ho scoperto che:

1. Adoro Tanith Lee, ogni volta che ho finito un suo libro mi sono detta che avrei scritto qualcosa, ma prima di scrivere ho iniziato a leggerne un altro su cui avrei potuto di nuovo scrivere qualcosa e il ciclo continuava. Suppongo che mi piaccia più leggere che scrivere, senza dubbio.

2. Adoro il mio lettore e-book, grazie ancora a chi me lo ha regalato (l’adorazione per tale persona è ovviamente scontata da anni perciò non rientra in lista), non immagina neanche come mi ha migliorato la vita.

3. Amo et odio la mia Wacom. L’ho comprata piena di speranze e non è che mi abbia deluso…solo che…immagino il passaggio dal disegno tradizionale a quello digitale sia più doloroso di come me lo ero immaginato. O forse sono incapace io, può essere. Di certo sono migliorata col Photoshop, tuttavia il risultato arriva dopo ore di fatica e non è mai esattamente come lo vorrei. So che se lo facessi a mano impiegherei infinitamente meno, perciò per ora non riesco ad apprezzare il digitale. In questi giorni proverò col Painter, forse mi risulterà più congeniale. Intanto Artrage invece lo trovo fenomenale per le bozze. L’interfaccia semplice intuitiva e rapida mi ha conquistato. Poi al massimo si importa per la colorazione altrove, ma è carinissimo come programma.

4. I corsi di traduzione che sto facendo sono una sfida e una soddisfazione. Il primo di traduzione del fumetto l’ho concluso, devo dire che l’insegnante è bravissimo, tuttora si tiene in contatto e gli piace sempre confrontarsi con noi. Il corso di traduzione editoriale invece va ancora avanti. Sento di stare imparando qualcosa in questi corsi, e devo ammettere che è una sensazione che non mi capitava di provare da anni. Sento che serve.  Spero di riuscire a migliorare e fare lo stage traducendo qualcosa. Spero di farne il mio lavoro, onestamente. E’ l’unica cosa che sono decentemente in grado di fare, e lo posso svolgere da casa. Fattore non trascurabile il secondo, almeno per me. Non mi ci sono mai vista a reggere orari d’ufficio. Mi sono resa conto comunque che tradurre è molto più difficile di quanto sembri, però continua a piacermi e lo faccio con passione. Poi magari alla fine del corso scopro che è meglio se mi vado a nascondere in un angolo e non scrivo più una riga di traduzione nella vita, chissà. Ma essere catastrofici non aiuta. D’altronde, anche se riuscissi a tradurre qualcosa, non si guadagna chissà che, già è abbastanza triste nel migliore dei casi, non pensiamo al peggiore.  Anche se pensandoci io ero partita che volevo localizzare videogiochi…ma lì davvero anche cercando non ci sono contatti cui rivolgersi, da qualche parte dovevo iniziare, e almeno i corsi mi stanno servendo.

5. Strettamente collegato al post dell’anno scorso: sono iscritta a Facebook. Il fattaccio è avvenuto in maniera piuttosto casuale, ma finora, soprattutto grazie al “nome d’arte”, mi sto prendendo tutti i benefici e nessuno degli svantaggi della cosa. Mi ci sto divertendo insomma.

6. Ho scoperto Yuki Kajiura. Il concerto live che ho trovato rimane una delle cose più belle che abbia sentito e visto.

7. Qualcosa che non ricordo ma sicuramente c’è.

Ora vado a disegnare. Come non lo so, forse torno alla matita per la lineart, ma credo che farò qualche tentativo digitale prima.

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